Ultimo aggiornamento: 20/02/2019, Dott. Miguel B. Royo Salvador, nº. Ordine 10389. Neurochirurgo e Neurologo.
La colonna vertebrale è composta da ossa definite vertebre (33 in età infantile e 26
nell’età adulta): cervicali, dorsali, lombari, osso sacro e coccige. Queste sostengono il tronco sul piano assiale e forniscono protezione al midollo spinale, che si estende attraverso il suo canale centrale.
Tra ogni due vertebre della colonna si trova un tessuto fibroso che ha la forma di un disco, che è come un cuscinetto resistente ed elastico, che ammortizza gli impatti e gli sforzi tra le vertebre, e permette alla colonna vertebrale una certa flessibilità e mobilità.
Le estremità di ogni vertebra hanno un rivestimento, le placche terminali, le quali impediscono che i dischi fuoriescano.
Ogni disco intervertebrale è composto da una copertura esterna più solida, chiamata anello fibroso, che avvolge una sostanza interna gelatinosa, definita nucleo polposo. Le radici nervose fuoriescono dal canale midollare attraverso dei piccoli canali tra le vertebre e i dischi. Quando il disco danneggiato esercita una pressione all’interno del canale midollare o le radici nervose, si può presentare dolore o altri sintomi
Fig.1
Un’ernia in generale consiste nella fuoriuscita di un organo o parte di esso dalla cavità che è solita contenerlo, in modo naturale o accidentale.
L’ernia del disco vertebrale o discale è l’estrusione del suo contenuto, il nucleo polposo, attraverso una fessura nel rivestimento fibroso del disco (Fig.2).
La protrusione discale vertebrale, invece, consiste nella deformazione dell’anello fibroso del disco intervertebrale, senza fuoriuscita del contenuto (Fig.3).
In condizioni normali il processo naturale di usura del disco fa sì che alcune fibre che costituiscono il suo rivestimento fibroso vadano perdendo resistenza ed elasticità, e possano così ritrarsi o rompersi spontaneamente. Quando questo accade, parte del contenuto gelatinoso del disco o nucleo polposo può protrudere o fuoriuscire.
Se l’ernia si produce in una parte dell’anello fibroso senza strutture nervose e il suo volume è abbastanza ridotto da non comprimere la radice nervosa, l’ernia può non causare dolore né fastidi in nessun momento.
Al contrario, se il nucleo polposo si ernia in una parte nella quale passano delle strutture nervose, la sua compressione le lesiona e le eccita, la qual cosa può scatenare dolori alla schiena nella zona corrispondente al luogo in cui si è prodotta l’ernia, contratture nella stessa regione e/o dolore irradiato agli arti inferiori o superiori.
Se l’infiammazione aumenta abbastanza per la compressione delle radici nervose adiacenti, può verificarsi un’alterazione o la perdita della sensibilità nella zona del nervo coinvolto, con intorpidimento o formicolio, debolezza e perdita di forza.
La diagnosi d’ernia o protrusione del disco intervertebrale è basata sull’esame fisico e neurologico che effettua lo specialista durante la visita medica, nella quale osserva i riflessi, la forza muscolare, la deambulazione e la sensibilità tattile.
Una volta che da parte del medico ci sia il sospetto di un’ernia o di una protrusione discale, gli esami diagnostici che possono essere prescritti per confermarne l’esistenza e la localizzazione sono i seguenti:
In generale, l’ernia del disco intervertebrale è il risultato della degenerazione dei dischi, che è progressiva, graduale e associata all’avanzare dell’età, a causa della perdita del loro contenuto d’acqua. Con gli anni e con gli sforzi i dischi intervertebrali diventano meno flessibili e più propensi a rotture e lacerazioni.
Secondo il metodo sanitario Filum System®:
Si osserva che l’aumento di pressione tra i dischi vertebrali, a causa della forza di trazione midollare dovuta ad un Filum terminale eccessivamente teso, fa sì che sforzi o carichi inferiori alla norma possano provocare la rottura precoce dell’anello fibroso dei dischi intervertebrali. Per questa ragione le protrusioni e le ernie discali vertebrali sono più frequenti nei pazienti con Malattia del Filum/ Sindrome Neuro-cranio-vertebrale (EF/S.NCV), dato che questa potrebbe essere associata alla causa della degenerazione dei dischi.
In generale, si considera che alcuni dei fattori che potrebbero aumentare la probabilità che compaia un’ernia o protrusione discale sono i seguenti:
I dischi intervertebrali erniati o protrusi possono compromettere le radici nervose e/o il midollo spinale. Questo può produrre gradualmente:
-Il trattamento conservativo, al meno in una fase precoce dello sviluppo dell’ernia o della protrusione, può alleviare i sintomi, o persino farli scomparire per giorni o settimane. Fondamentalmente consiste nell’evitare posizioni dolorose e non fare sforzi. Può inoltre comportare la somministrazione di farmaci analgesici, narcotici, anticonvulsivi, rilassanti muscolari o corticoidi.
-Il trattamento mediante fisioterapia è indicato nel caso non sia sufficiente la limitazione delle posizioni e dell’attività quotidiana. La fisioterapia può essere pianificata mediante esercizi disegnati per ridurre al minimo il dolore provocato dalle ernie o protrusioni.
-Il trattamento chirurgico è indicato quando: i sintomi non si alleviano e non scompaiono per varie settimane, mostrando resistenza a qualsiasi terapia e peggiorando la qualità di vita del paziente; l’intensità dei sintomi non migliora con farmaci e fisioterapia; si generea una compromissione neurologica progressiva, motoria o sensitiva.
La tecnica chirurgica per ernie o protrusioni discali consiste nella rimozione del tessuto cartilaginoso del disco intervertebrale che comprime le radici nervose o il midollo spinale. Se il chirurgo osserva la necessità di inserire un sostituto meccanico del nucleo polposo- fuoriuscito spontaneamente o estratto mediante chirurgia- si possono inserire diversi elementi, come le ossa dello stesso paziente, o se si desidera evitare la ferita e le possibili complicazioni dell’estrazione dell’innesto, se ne possono collocare alcuni di origine animale, prodotti minerali o gabbiette inter-somatiche di vari materiali bio-compatibili. Secondo la zona in cui si opera, se la colonna rimane instabile nonostante l’inserzione dello spaziatore intervertebrale, si può stabilizzare con viti e barre.
Nel caso delle ernie lombari e dorsali, la tecnica più utilizzata per le prime è la discectomia via semi-emi-laminectomia, per le seconde la trans-artrectomia; per le cervicali, la discectomia per via anteriore con innesto o gabbietta inter-somatica.
– Secondo il metodo Filum System®:
In generale, l’indicazione di trattamento nei pazienti che hanno una Malattia del Filum o una Sindrome Neuro-cranio-vertebrale associata a ernie/protrusioni, è di applicare in primo luogo la Sezione del Filum terminale (SFT), con tecnica mini-invasiva esclusiva del FS®, per poi osservare il decorso clinico dell’ernia/protrusione discale.
Solo nel caso ci sia un intenso quadro di dolore o un evidente deficit neurologico relativo all’ernia/protrusione del disco, è raccomandabile l’asportazione della stessa, in una medesima seduta operatoria con la Sezione del Filum terminale.
Una volta effettuata la SFT- quando non si opera l’ernia/protrusione discale nello stesso atto operatorio- nel caso di persistenza o peggioramento della sintomatologia, successivamente si indica l’asportazione chirurgica dell’ernia discale.
Questo protocollo è basato sull’esperienza positiva del nostro centro, in cui si è constatato il decorso favorevole dei pazienti, che dopo la liberazione dalla trazione midollare, nella maggior parte dei casi migliorano la clinica delle ernie/protrusioni discali negli esami di neuro-imaging.
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