Published by ICSEB at 14 maggio, 2012
Data dell’intervento: marzo 2012
Buongiorno a tutti, mi chiamo Carmen Reyes, ho 32 anni e vivo a Cartagena, Murcia.
Vorrei raccontarvi che sono stata operata di ernia discale nelle vertebre C5-C6 con irradiazione al braccio (cervicobrachialgia destra), e desidero spiegare a tutti coloro che soffrono questo tipo di ernia che esiste una soluzione molto valida.
Nel 2005 e nel 2010 ho avuto un incidente di traffico con tamponamento da ferma, ebbene, da allora ho sofferto di disturbi al collo e alle spalle, le tipiche contratture muscolari che solevano comparire una o due volte all’anno, senza particolari conseguenze oltre a 15-20 giorni di doloretti al collo e alla scapola, le quali scomparivano con antinfiammatori.
A ottobre del 2011, da un giorno all’altro, mi sono svegliata con un dolore orribile al collo, all’inizio ho pensato di aver dormito in una posizione scorretta; dopo tre o quattro giorni così, si è aggiunta a quel dolore una pesantezza del braccio destro, come se portassi un masso legato all’avambraccio; allora il braccio ancora non faceva male, era più un fastidio.
Per una settimana ho preso rilassanti muscolari, antinfiammatori e paracetamolo, oltre a qualche Nolotil. Dato che il dolore non se ne andava, sono andata dal medico di base, che non c’era, ma aveva una sostituta, la quale senza alzarsi dalla sedia mi ha risposto che probabilmente si trattava di una contrattura, di prendere Miolastan di sera, antifiammatori e paracetamolo ogni 6 ore. Io le ho detto che stavo già prendendo il tutto da una settimana perché me l’avevano prescritto dopo l’incidente, allora mi ha consigliato di andare a fisioterapia, possibilmente nel privato perché attraverso la sanità pubblica avrei dovuto aspettare almeno tre mesi.
Sono andata dal fisioterapista, gli ho spiegato, non mi ha richiesto né risonanze né esami medici, si è messo a massaggiarmi e a storcermi il collo in tutte le direzioni, e dopo un’ora mi ha detto di mettere ghiaccio e a posto. E mi ha lasciata proprio a posto, perché dopo cinque giorni s’intensificava il dolore al braccio e non potevo muovere il collo. Allora sono andata in una clinica privata, mi hanno detto che si trattava di cervico-brachialgia, solo dicendo che sintomi avevo mi hanno fatto un’iniezione e mi hanno ricettato Desametasone. Il giorno seguente il dolore era così insopportabile che mi hanno dato altre iniezioni; il medico presente in quel momento, al vedermi così, mi ha detto subito “Ti fa così male? Vediamo, che cos’hai?” gli ho spiegato i sintomi, mi ha detto “Dai, ti preparo un cocktail”, me ne ha somministrati due, e poi mi ha chiesto come andava, ebbene, non molto bene, poiché il braccio continuava a far male, addirittura tornavo a sentire delle scosse dal collo fino al gomito, per cui mi ha mandata a casa per tornare il giorno seguente a farmi iniezioni di Desametasone. Questo è stato solo l’inizio.
Ho passato tutto i pomeriggio con scosse, dolore e molta pesantezza nel braccio, oltre a un bruciore nella zona dietro il collo; il dolore era così forte che alle 5 di mattina del 15-10-2011 sono dovuta andare al Pronto Soccorso, dove mi hanno subito presa in carico e mi hanno iniziato a somministrare flebo intravenosa; sempre peggio, durante la mattinata mi hanno fatto due iniezioni di morfina, una per braccio, che però come unico effetto mi hanno solo lasciato due bozzi nella zona della puntura, e tanto sonno senza potermi addormentare, poiché continuava a farmi male. Era come se avessi una benda che mi pressava di continuo, con intervalli di pressione, e quando mi schiacciava forte il braccio era terribile e la testa non sapevo come metterla.
Il medico che mi ha vista ci ha detto che mi dovevano ricoverare perché bisognava vedere dov’era l’origine del dolore e che lui non poteva fare nulla di più, quindi mi hanno portata all’ospedale di Santa Lucía, sono stata ricoverata 45 giorni, con tutti i tipi di terapia, Enantyum più morfina, morfina e più morfina, oltre al Fortecortin per poter calmare questi dolori. Dopo 15 giorni il neurochirurgo di Murcia, dott. Alarcon, mi ha vista e mi ha chiesto la mia età, 31 anni gli ho detto, e allora mi fa: “incrocia le dita”, e mio marito gli ha chiesto se era necessario operare e le sue parole sono state, e cito testualmente:” guarda, si tratta di un intervento molto delicato, per farti un’idea, è come partire per un viaggio, sai il giorno della partenza ma non se arriverai a destinazione, cosa vuol dire questo? Che puoi restare in sedia a rotelle o paralizzata dal collo in giù. Sei molto giovane, aspettiamo una settimana e vediamo se i farmaci ti fanno effetto. Non mi ha dato l’opzione di scegliere, a me andava bene perché ho molta paura dei chirurghi e d’altro canto non era normale tanto dolore. Quella settimana si è convertita in un mese in più, ho dovuto sopportare dolori terribili, crampi, spasmi, scosse, senza contare che non mi son potuta alzare dal letto per 43 giorni. Era un tunnel senza uscita, in seguito sono stata un altro mese e mezzo a casa in mutua con terapia farmacologica, una “lista della spesa” come ha detto la mia medico di base, e inoltre ho dovuto passare per la sindrome d’astinenza da morfina, con sudori, brividi, dolori fisici, angoscia, nausee ecc.
Insomma, dopo due mesi in cui ho solo avuto bisogno di Paracetamolo e Ibuprofeno e Lyrica, a marzo è tornato l’incubo, per 14 giorni è stato di nuovo un va e vieni di pastiglie, fino a che non mi hanno fatto più niente, sono andata al Santa Lucía e mi hanno fatto una flebo di Tramadol con antinfiammatori e Prinperan. Quando mi hanno chiesto come andava, ho risposto che il collo sembrava stesse meglio, ma il braccio no. Mi hanno detto di prendere Tramadol in pastiglie, Paracetamolo e Voltaren, e che se in tre giorni non si fosse calmato di tornare, ma la notte sono stata malissimo, e il giorno dopo sono tornata un’altra volta al Pronto Soccorso, mi hanno fatto un’altra flebo e niente. Giusto quando mi stavano ricoverando è arrivato il Dott. Victoria, mi ha detto che avremmo iniziato con una terapia leggera per poi aumentarla. È stato tutta la notte tenendomi in osservazione e stavo come prima, allora mi ha parlato del “Dott. Royo, un ottimo neurochirurgo”, mi ha detto di stare tranquilla perché mi avrebbe operato e in un mese sarei stata bene.
Si è messo subito in contatto con il dott. Royo all’alba di quella domenica, e di lunedì siamo andati a Barcellona.
Quest’ultimo mi ha subito fatto una visita fisica e ha immediatamente confermato che ero da operare, mi ha detto che l’ernia discale comprimeva il midollo, e che con l’intervento il problema sarebbe stato risolto. Io ho molta paura della sala operatoria, ma il dott Royo mi ha trasmesso così tanta sicurezza e tranquillità, e il dott. Victoria ci aveva parlato così bene di lui (non mi stancherò mai di ringraziarlo) che mi sono decisa. Se questi non si fosse occupato di me così incondizionatamente non avrei conosciuto il dott. Royo, e non mi sarei operata il 20-3-12.
Attualmente sono passate 7 settimane dall’operazione e sto come nuova, non potete immaginarvi, è incredibile come si sta bene senza nessun dolore.
Mi auguro di cuore che le persone che soffrono quello che ho sofferto io possano conoscere il dott. Royo
Mille grazie dott. Royo, tanti cari saluti
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