Published by ICSEB at 30 dicembre, 2020
Nelle attuali circostanze segnate dalla pandemia di COVID-19, sono molti i dubbi che possono sorgere. Pazienti e familiari si domandano, per esempio, se le persone affette da Malattia del Filum costituiscano categoria di rischio della COVID-19.
All’Institut Chiari & Siringomielia & Escoliosis de Barcelona desideriamo trasmettere le informazioni più rilevanti e pertinenti che abbiamo in merito, per cercare di rispondere e magari risolvere questi dubbi.
La COVID-19 è una nuova malattia che si comporta in modo molto variabile, rendendo difficile individuare i fattori o le circostanze che ne determinano l’innocuità o la mortalità.
Negli studi sulla COVID-19, i ricercatori e professionisti della Medicina vanno alla ricerca di tutto ciò che riguardi sia il virus SARS CoV2 sia l’ospite umano e che rende la loro unione tanto letale per alcuni malati.
Uno dei primi articoli scientifici sulla gravità della COVID-19, è di Zsuzsanna Varga (Zurigo, Svizzera) su The Lancet1 del 17 aprile 2020, che afferma l’esistenza di un’infiammazione dello strato cellulare più interno dei vasi sanguigni – l’endotelio – di diversi organi vitali come il cuore, l’encefalo ed i reni. Attualmente esistono 1680 articoli sull’endotelite da COVID-19 in generale e 822 articoli su quella cerebrale da COVID-19.
FIG 1. Lesioni ischemiche diffuse della sostanza bianca profonda. La diffusione visibile nella RM (si basa sulla rilevazione dal vivo del movimento delle molecole d’acqua) in un paziente con COVID-19, mostra numerose lesioni ischemiche focali nella sostanza bianca profonda emisferica (A, freccia bianca), il corpo calloso (A, freccia rossa), i gangli della base, i peduncoli cerebellari medi e gli emisferi cerebellari (B, frecce bianche) 2.
Questa infiammazione, che compare nell’endotelio del cervello nei casi gravi di COVID-19 (Fig.1), può generare in molti pazienti la sensazione di “nebbia mentale”, un’alterazione a livello neurologico che si osserva sia in pazienti gravi che lievi. Si tratta di una delle sequele a lungo termine della COVID-19, che sempre più persone riferiscono di aver sofferto o stare ancora soffrendo, con conseguenze importanti per la loro qualità di vita.
La “nebbia mentale”, che comprende disturbi di memoria, di concentrazione, difficoltà a parlare e nominare, confusione, capogiri, fatica, può aggravarsi in alcuni pazienti con altre lesioni cerebrali che la favoriscono o predispongono ad essa, sotto forma di infiammazione ulteriore o di accidenti cerebrovascolari.
Il nostro team medico e di ricercatori ha descritto una nuova patologia, la Malattia del Filum3, in cui è stata osservata un’alterazione diffusa a livello della circolazione sanguigna cerebrale, con prevalenza nelle aree della sostanza bianca (Figura 2) 3.
FIG 2. Lesioni ischemiche diffuse della sostanza bianca profonda. RM di un paziente con Malattia del Filum che mostra numerose lesioni ischemiche focali nella sostanza bianca profonda emisferica, i gangli della base (frecce rosse), che sono scomparse dopo l’intervento.
Possiamo supporre che la predisposizione ad altre lesioni cerebrali a causa dell’endotelite possa aggravare o aumentare le sequele nei pazienti che presentano al contempo COVID-19 e Malattia del Filum.
Sappiamo che questa predisposizione infiammatoria cerebrale della Malattia del Filum si risolve con il trattamento chirurgico per essa proposto, pertanto può essere raccomandabile una diagnosi rapida con l’applicazione del trattamento adeguato.
Esiste un’ulteriore problematica, dovuta al fatto che la Malattia del Filum, essendo una patologia di recente descrizione, di difficile diagnosi ed apparentemente di ampia incidenza a livello mondiale, in generale, è poco probabile che venga presa in considerazione in associazione con la COVID-19.
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